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Una ristrutturazione in cui oltre alle difficoltà di ponti termici e muri irregolari si è presentata anche una differenza di cultura, lingua e modus operandi.
In questa ristrutturazione di un vecchio casolare originario del 1700 situato nelle colline marchigiane a Mombaroccio si sono presentate una serie di difficoltà che erano sufficienti per passare qualche giorno a progettare i giunti di posa ma se ne è aggiunta una che non mi era coi capitato di affrontare in 34 anni di lavoro.
I clienti del casolare storico erano tedeschi, sebbene uno di loro aveva origini italiane, vivendo a Francoforte era complesso spiegare cosa fosse e a cosa servisse un controtelaio. Inoltre solo uno dei 2 parlava un pò di Italiana e questo rendeva complessa la comunicazione, che nel nostro caso è ricca di termini tecnici.
Il Sopralluogo in cantiere
Durante il primo sopralluogo in cantiere mi accorgo che il casolare aveva tantissimi problemi nel foro finestra perchè chi lo aveva costruito fino allo stato attuale (grezzo avanzato con finiture esterne complete) non aveva compreso che tipo e come sarebbe stati installati gli infissi.
Nella parte inferiore c’erano delle tavelle molto irregolari e naturalmente prive di taglio termico. Nella parte superiore c’erano architravi in cemento armato intonacate senza neanche 1 centimetro di isolamento, alcune erano in legno massello e nella parte esterna dei mattoncini “faccia-vista” talmente irregolari che sembravano proprio quelli originali del 1700.
I clienti volevano realizzare una casa per le loro vacanze ma anche un casolare da poter affittare per vacanze luxury in Italia per cliente stranieri come loro. Abitando prevalentemente a Francoforte, volevano degli infissi con poca manutenzione ma allo stesso con un design molto spinto perchè volendo affittarla a clienti facoltosi doveva essere bellissima. A proposito di Design, volevano che esternamente si vedesse solo vetro e mattoncini faccia-vista senza profilati a vista.
Volevano che gli infissi diventassero come le cornici di un quadro in cui il soggetto era il bellissimo bosco circostante e che fossero il più luminosi possibile. Poi volevano ripararsi dagli insetti senza installare le solite zanzariere che avrebbero rovinato l’estetica degli infissi.
I Controtelai
Durante il sopralluogo i clienti non erano presenti, ho dovuto prima scrivergli una serie di email corredate da foto e da appunti per spiegargli i problemi rilevati e le soluzioni escogitate, poi numerose chiamate per chiarire le foto, disegni e appunti.
In Germania l’utilizzo del controtelaio è molto limitato perchè si tende a costruire a secco e posare gli infissi prima delle finiture. Immaginate quanto sia stato difficile spiegare che cosa era il controtelaio e perchè dovevamo assolutamente installarlo, per non parlare delle architravi che generavano ponti termici e di quelle in legno massello che avrebbero potuto muoversi creando fessurazioni e passaggio di aria.
Provate a pensare già in Italia quando si parla di controtelaio a volte è difficile capirsi, in molte città si usano termini diversi come cassa-matta, falso-telaio, telaio-matto, eccetera eccetera… poi ci sono i dialetti… a questo aggiungeteci un problema di lingua e di cultura differente e probabilmente avete capito quanto sia stato difficile capirci con i clienti in questione…
Mentre cercavo di spiegare il perchè delle soluzioni tecniche proposte ho iniziato la progettazione dei nodi di posa con Autocad, questi progetti insieme a foto e appunti hanno reso possibile il dialogo con il cliente che vedendo il progetto e affidandosi al professionista ha capito che era in buone mani. Ricordo che gli feci vedere anche delle termografie e delle simulazioni di temperature che avevamo fatto per un altro cantiere con il MOLD SIMULATOR, un software che ti permette di “vedere” le isoterme, temperature e punto di rugiada durante la progettazione (molto utile).
Le soluzioni tecniche
Premetto che abbiamo dovuto fare dei compromessi termici perchè la casa era in stato avanzato e non avevamo carta bianca, dovevamo trovare delle soluzioni meno invasive e dispendiose possibili e senza dover rifare da capo i lavori che erano già stati fatti. Una bella sfida, e un bel rischio.
Abbiamo deciso di utilizzare un controtelaio in legno/lamiera perchè nella parte esterna non potevamo permetterci di aumentare lo spessore tra infisso e muro in pietra, i clienti volevano vedere solo il vetro e questo era possibile con un infisso tuttovetro e un controtelaio spesso solo 12/10 nella parte esterna. La lamiera esterna non sarebbe stato un grosso problema termico perchè l’isolante era allineato a centro muro e non esternamente e quindi abbiamo raccordato il controtelaio in legno multistrato.
Nella parte superiore abbiamo puntato i piedi e abbiamo preteso un isolamento di almeno 6 centimetri delle architravi in cemento armato, all’inizio non volevano farlo ma gli ho detto che avrebbero avuto problemi di muffa e condensa GARANTITI e la paura li ha convinti a modificare le architravi già finite.
È vero che sarebbe stato compito del progettista aiutato dal termotecnico risolvere queste questioni ma se loro non lo fanno è giusto che siamo noi serramentisti con la nostra esperienza e professionalità a sollevare il problema. Uomo avvisato, mezzo salvato giusto?
Infine per la parte inferiore abbiamo fatto inserire del XPS ad alta densità da 3 cm tra le tavelle esterne ed interne che formavano la banchine. Quest’ultime essendo molto irregolari hanno reso necessario l’utilizzo di un nastro in schiuma di pvc a celle chiuse che potesse compensare le irregolarità delle tavelle durante la posa in opera degli infissi.
Per la posa dei controtelai invece abbiamo fornito all’impresa la schiuma elastica in modo da assicurarci che non mettessero solo cemento che avrebbe creato un ponte termico o che mettessero una schiuma normale di quelle che si “spezzano” e nel tempo avrebbero perso prestazione. Non siamo riusciti a convincerli con le barriere al vapore ma abbiamo superato il problema sigillando il perimetro del controtelaio con MS-polimero in fase di posa degli infissi.
Per la posa degli infissi abbiamo utilizzato un nastro termoespandente bg1 da 15/2-6 che ci assicurasse la tenuta alla pioggia battente ed un multifunzione da 56mm 4-9 nella parte mediana che ci garantisse un’ottima performance termica. Nella parte inferiore un nastro a celle chiuse che compensasse l’irregolarità delle tavelle ed un cordolo finale di sigillante MS-polimero LM25.
In ultimo le zanzariere che non dovevano deturpare l’estetica dei serramenti: abbiamo trovato una soluzione di pannelli fissi con delle pratiche maniglie che ne permettevano l’utilizzo solo in caso di bisogno e non “rovinavano” l’estetica tuttovetro quando non si utilizzavano
Conclusioni
La parte più difficile di questo progetto è stata la comunicazione e spesso proprio quest’ultima è causa di problemi e incomprensioni nei cantiere edili. È stata una bella sfida dover spiegare la parte tecnica a 1000 chilometri di distanza e con problemi linguistici ma allo stesso tempo è stata una bella palestra per imparare a spiegare meglio il nostro lavoro al committente.
A distanza di qualche anno posso dire con certezza che non abbiamo avuto nessun tipo di problema, gli infissi del casolare sono perfetti sia termicamente che come tenuta aria-acqua-vento, se qualcuno volesse andare a vedere da vicino le soluzioni adottate e (soprattutto) il posto incantevole dove è situato il casale può affittarlo all’indirizzo: www.casafontegenga.com
Casa Fontegenga è una meraviglia immersa nel bosco per tutti coloro che voglio staccare dai rumori, dalla tecnologia e riavvicinarsi alla natura, un vero e proprio rigenerarsi! Ma anche coccolarsi con un design strepitoso di una villa di lusso di 240mq arredata con grande gusto e stile, in ultimo per godersi il confort della grande piscina esterna riscaldata.
Un bel modo per unire l’utile al dilettevole.
Ciao e al prossimo articolo,
William Bisacchi
Articolo pubblicato sulla rivista Showroom Porte & Finestre di Luglio 2022
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