Era il “lontano 2015 quando mi apprestai per la prima volta alla fornitura e posa in opera di vetrate panoramiche, per vetrate panoramiche non parlo delle oggi molto famose vetrate VEPA ma di infissi con tenuta aria-acqua-vento e soprattutto con un isolamento termico adeguato, intendo quelle vetrate ad alte prestazioni che hanno il telaio occultato nel muro e che alla vista lasciano solo il montante centrale, solitamente da 2-3 centimetri di spessore.
Ricordo che ad un corso CasaClima con l’architetto Manuel Benedikter ci raccontò che aveva provato ad installare in Italia degli infissi tradizionali senza controtelaio, come si faceva in nord Europa, ma che era stato un calvario. La cosa curiosa è che ora ci sono paesi Europei come la Germania che sta provando ad utilizzare il controtelaio perché si sono resi conto che può essere di grande aiuto nei cantieri edili.
Detto questo, anch’io come Manuel mi sono detto “perché utilizzare il controtelaio nelle vetrate panoramiche?”, d’altra parte tali vetrate hanno il telaio stesso che funge da controtelaio proprio come una porta raso muro e con questa convinzione ho deciso di non installare controtelai.
Indice
Installazione scorrevoli panoramici
Solitamente per gli scorrevoli panoramici si fa in modo di installare prima il telaio e poi ci si “costruisce intorno la parete”. Spesso viene costruita la parete interna per ultima e viene costruita a secco con del cartongesso in modo da non rischiare di danneggiare i telai con le malte cementizie e intonaci.
C’è anche un altro modo di procedere e lo abbiamo testato negli ultimi 3 anni, ve ne parlerò all’interno di questo articolo ma adesso torniamo al 2015 e iniziamo la produzione e installazione dei telai panoramici senza controtelaio.
Scorrevoli panoramici senza controtelaio
Ho provveduto alla produzione dei telai fissi, erano 2 grandi vetrate, una a 3 ante da 5×3 metri di altezza e l’altra da 3.5×3 a 2 ante. nella produzione dei telai ho prestato particolare attenzione ad installare dei distanziali e delle controventature per garantire il mantenimento di misure e squadro perfetti.
Le vetrate scorrevoli panoramiche non permettono tante regolazioni ed è essenziale lavorare alla perfezione, già con un fuori piombi di soli 3 millimetri si rischia di perdere le tenute e di ottenere un fuori piombo molto visibile.
Abbiamo fatto preparare la muratura dall’impresa edile similmente a come si fa per la posa dei monoblocchi e abbiamo poi fissato i nostri telai con delle turboviti alla muratura portante, poi abbiamo schiumato sia dall’interno che dall’esterno con una schiuma elastica e successivamente completato il lavoro con le barriere al vapore.
Per posare i telai in maniera perfetta ci siamo avvalsi di livella laser, uno strumento ormai indispensabile anche per la posa di semplici finestre che aiuta e velocizza la posa a regola d’arte.
Finita la posa in opera è iniziata un’altra fase cruciale: la protezione dei telai. I telai sarebbero rimasti in balia del cantiere edile, alle maestranze, alle gettate, ai calcinacci per tanti mesi a venire ed era necessario fare in modo che rimanessero integri.
Per la loro protezione abbiamo utilizzato dell’EPS all’interno, poi nastro carta e successivamente delle assi in legno. Era praticamente una fortezza inespugnabile. Tali accorgimenti hanno fatto sì che il risultato finale è stato impeccabile e senza nessun danno al telaio.
La posa delle parti vetrate
Dopo svariati mesi il cantiere era quasi ultimato ed era pronto ad accogliere i vetri panoramici. Abbiamo rimosso tutte le protezioni e completato la parte meccanica dei telai installando i meccanismi di movimentazione e chiusura all’interno.
Abbiamo poi provveduto all’installazione delle ante con opportuni mezzi di sollevamento perché il vetro più grande era quasi una mezza tonnellata e con 500kg non si scherza.
Finita la posa delle ante abbiamo installato tutti i carter che vanno in parte a completare i telai fissi e una volta raggiunto il risultato finale abbiamo avuto la certezza di avere fatto un ottimo lavoro.
Gli scorrevoli erano impeccabili, come impeccabili erano le finiture e non c’era nessun danneggiamento.
E’ vero che il risultato era stato impeccabile ma a parte la nostra meticolosità, abbiamo avuto la fortuna di avere al nostro fianco un’impresa edile anch’essa impeccabile come poche volte mi è capitato di trovare nei cantieri. Quante volte può succedere di avere una tale fortuna?
Ho concluso questa eccellente esperienza ed esperimento con questo risultato: “un eccezione che conferma la regola” in Itali meglio utilizzare i controtelai anche per gli infissi panoramici ed ora vedremo come progettarli.
I controtelai per gli scorrevoli panoramici
Per realizzare i controtelai consiglio di utilizzare del multistrato marino perché più stabile e per scorrevoli che solitamente sono di grandi dimensioni è una scelta oculata. Consiglio di tenere uno sfioro del nodo secondario ovvero tra controtelaio e telaio di 2 / 2,5 centimetri in modo da avere più tolleranza in fase di posa e di poter utilizzare la schiuma elastica invece dei nastri termoespandenti.
Gli scorrevoli panoramici spesso di dimensioni elevate, mi è capitato di realizzarne anche da 18 metri, sono scomodi da posare con i nastri termoespandenti, per questo ti consiglio di prevedere uno sfioro che permetta l’utilizzo di schiuma e barriere vapore.
Solitamente si tende a realizzare un controtelaio a “L” come per gli infissi tradizionali, te ne mostro un esempio nell’immagine seguente:
Tale soluzione rende quasi obbligatorio realizzare una controparete interna in cartongesso e può succedere che la D.L. non voglia realizzarla per X motivi come ad esempio una finitura differente o perché non hanno nessun’altra opera di cartongesso.
Per rispondere a queste obiezioni abbiamo testato un sistema che ribalta completamente il controtelaio e permette di realizzare la parte interna della parete in laterizio e intonaco come tutte le altre.
Tale sistema prevede la posa del telaio prima della realizzazione del cappotto che avverrà subito dopo la posa del telaio come puoi vedere in questa tavola di esempio:
Vetri da 500kg
Le richieste dell’architetto per questo cantiere erano di avere un isolamento termico molto elevato e di conseguenza i vetri dovevano essere tripli, poi dovevano essere extrachiari come spesso avviene in questo tipo di progetti e infine non essendoci schermature esterne dovevano essere blindati.
Spesso davanti a tutte queste richieste occorre saper trovare un compromesso, perché sebbene gli scorrevoli panoramici possiedono limiti di peso molto elevati, parliamo mediamente di 400-500kg, in situazioni come queste con delle richieste particolarmente spinte, tali limiti si scavalcano con facilità.
Non potendo superare i limiti di peso massimo abbiamo deciso di dare priorità alla sicurezza e abbiamo optato per un compromesso, vetro doppio per queste 2 grandi vetrate e vetro triplo per tutti gli altri vetri presenti nella realizzazione.
Soluzioni speciali
In questo cantiere ci hanno chiesto tante soluzioni speciali, speciali come il “quadro” appesa nel pianerottolo della scala e come la scala stessa.
La finestra sulla scala è stata realizzata a sporgere con apertura motorizzata, i motori erano tutti a scomparsa e collegati al sofisticato impianto di domotica, così facendo sembrava un vetro fisso come voleva l’architetto.
La scala invece era stata disegnata in modo da sembrare un foglio di carta leggero appeso alla parete, il problema che questo “foglio leggero” lo abbiamo prodotto con lamiera di acciaio da 10 millimetri perché il cliente non voleva sentire vibrazioni, voleva che la scala fosse solida.
Un’altra richiesta era che gli spigoli dovevano essere a 90° e di conseguenza non potevamo piegare la lamiera ma realizzato scalinino per scalino saldando ogni pezzo e ricostruendo l’angolo a 90° come voluto dall’architetto.
Il risultato ha ripagato gli sforzi fatti, sia cliente che architetto hanno definito questa scala un’opera d’arte e sono d’accordo con loro.
Vi ho parlato anche di questi aspetti perché molti lettori di NuovaFinestra sono realtà simili alla mia dove insieme alla produzione di infissi hanno abbinato una parte di carpenteria dove spesso la parte artigianale è ancor più pronunciata e libera da vincoli di sistema.
Ciao e al prossimo articolo,
William Bisacchi
Articolo pubblicato sulla rivista Nuova Finestra di Aprile 2023
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